THE BREAKDOWN - This Rigged Machine
Immaginiamo di andare a vedere un concerto rock. E' tutta la settimana che aspettiamo questo evento, sopportando pazientemente tutte le frustrazioni ed i problemi che ci assillano nella vita di tutti i giorni. E' passato molto tempo dall'ultima volta che abbiamo avuto la possibilità di assistere ad evento live e ci sentiamo esaltati e carichi di energia.
Entrati nel palazzetto dello sport riusciamo a raggiungere a gomitate il sottopalco proprio mentre le luci si stanno spegnendo per accogliere la band. Il concerto inizia e ci sentiamo carichi a mille. La band ha un'energia incredibile e anche noi ci sentiamo come invasi da una forza che avevamo dimenticato di possedere. Ascoltando quelle note furiose e potenti ci sentiamo di nuovo giovani e pieni di sogni ancora da realizzare. Anche se di anni ne sono passati parecchi ed abbiamo quasi il doppio dell'età dei componenti della band questa musica ha il potere di farci sentire di nuovo vivi.
Il racconto in apertura di questo articolo ci è stato ispirato dalla grandiosa musica dei The Breakdown che con il loro ultimo singolo intitolato This Rigged Machine ci hanno regalato un brano perfetto, in bilico tra aggressività e melodia, facendoci rendere conto di quanto in giro si senta la mancanza del rock con la R maiuscola.
Una chitarra semi-pulita apre la canzone suonando pochi accordi che vengono lasciati a risuonare mentre la voce intona una melodia malinconica con con un effetto simile ad un'interferenza radiofonica che conferisce a questa introduzione un certo fascino retrò. Per un istante tutto tace, poi all'improvviso cambia completamente il mood del pezzo che vira senza preavviso dai toni nostalgici iniziali a quelli aggressivi di una canzone punk.rock.
Il riff che accompagna questa sezione ci offre un'interessante modulazione su cui la voce si appoggia energeticamente assecondando la progressione discendente delle note. Dopo questa sezione abbiamo un apertura armonica su un tempo rallentato, un passaggio sognante che ci riporta alla strofa. Il sound del pezzo è arricchito da un uso delle tastiere in stile elettro-pop anni '80 che accorrono ad armonizzare l'impasto sonoro in modo originale ed imprevisto.
La sezione ritmica è molto compatta e possiamo apprezzare in pieno il suono ed il lavoro del basso che sembra scavare un tunnel con il suo pulsare. Intorno ai 2 minuti e 40 abbiamo una nuova sezione in cui rimane solo basso, batteria e voce. L'atmosfera si fa sospesa, quasi mistica. La chitarra riemerge dal silenzio per enfatizzare la voce con i suoi toni puliti e brillanti.
Lentamente il pezzo torna a crescere di intensità e volume sfociando in un grandioso assolo di chitarra che trascina le nostre coscienze fino alla fine del brano lasciandoci soli con i suoni di feedback degli strumenti.
Che dire, un ottimo pezzo che ci sentiamo di consigliare a tutti gli appassionati di rock!