ROKITA - Hyperbolic Overload
Quando navighiamo in internet con il nostro dispositivo la rete raccoglie una quantità enorme di informazioni sulla nostra persona. Quelle stesse informazioni vengono poi elaborate da un algoritmo che farà in modo che tu riceva più contenuti pertinenti (?) alle tue ricerche recenti. Quello che appare nei nostri telefoni mentre scrolliamo lo schermo non è infatti casuale.
Veniamo inondati di informazioni e contenuti modellati sulle nostre preferenze che sono paradossalmente condizionate ed elaborate dall'algoritmo. Ironicamente questo eccesso di informazioni diventa controproducente, non apportando di fatto niente alla nostra mente se non brandelli di input mal masticati e mal compresi che si perdono in un mare di confusione.
Le parole in apertura di questo articolo hanno grossa attinenza con l'ultimo singolo della band Rokita intitolato Hyperbolic Overload, un brano che offre uno sguardo spietato e ironico sul modo in cui la nostra vita è ormai condizionata pesantemente dai social media e dalle intelligenze artificiali.
Il brano inizia con la voce che intona i primi versi su un vivace arpeggio di chitarra. E' già chiara da questi pochi secondi introduttivi la vena polemica del pezzo che lamenta il fatto di come il sensazionalismo dei titoli click bait si ripeta uguale ogni giorno, spacciando come scioccante e inaudito, un articolo allarmista in cui non viene detto niente.
Mentre il pezzo prende piede ascoltiamo la chitarra elettrica intervenire con una ritmica in palm muting che sostiene il cantato ingrandendo l'ambiente e aumentandone la dinamica. La linea melodica della voce è alla fine raggiunta dalla batteria che si inserisce con un tempo incalzante proiettando il pezzo verso una sezione strumentale. Qui ascoltiamo il primo di una seri di ottimi assoli tematici di chitarra elettrica, pieni di feeling e gusto.
Il testo della canzone è infatti diviso in diverse strofe che sono intermezzate da interventi di chitarra che hanno lo scopo di farci elaborare gradualmente quanto ascoltato nelle sezioni cantate. A circa metà del brano c'è una parentesi costituita da chitarra acustica, voce e chitarra solista che sembra volerci far riprendere fiato prima delle arringhe successive
Il testo punta imperterrito il dito contro l'enorme quantità di informazioni per lo più false o completamente inutili che vengono a saturare le nostre menti con un eccesso grottesco di nozioni che vengono proposte tra un messaggio promozionale e l'altro.
Il pezzo continua la sua narrazione fedele alla linea alternando affermazioni pungenti a ispirati interventi solisti della chitarra alle cui suggestioni è affidata la coda del brano.