ONE ROOM SCHOOLHOUSE - Crooked Again
Quando ci sono stati i lock-down e le chiusure adottate per fronteggiare l'emergenza pandemica, quando ci siamo ritrovati chiusi in casa, soli con noi stessi, senza alcuna possibilità di evadere...molte persone si sono riscoperte in possesso di uno specchio distorto di se stesse, un'immagine alterata che veniva restituita dagli sguardi della società ma aveva molto poco a che vedere con la realtà del proprio intimo. Ci si è ritrovati da soli con i propri vuoti a perdere.
Per alcune persone, questo ha significato riscoprirsi e dover scendere a patti con la propria interiorità.
È proprio di questo che parla "Crooked Agaian" di One Room Schoolhouse. Nato durante la prima fase della pandemia da un'idea del cantautore Jeff Shuck, One Room Schoolhouse è appena entrato nella scena indie ma oltrepassa i generi grazie ad un suono unico e multiforme.
Le sue ispirazioni sono un melting pot variegato (ABC, OMD, Swing Out Sister, New Order, John Mayer, Antonio Jobim) ma tutto confluisce meravigliosamente in un lavoro di ricerca musicale sofisticato e gradevolissimo.
Dopo il singolo di debutto "Insta Love Attack", Crooked Again sovrappone distensivi toni jazz con aspetti synth-pop altamente efficaci. Lasciandoci trascinare in un vortice di suono new wave, One Room Schoolhouse ci riconduce a un suono familiare e insieme innovativo con il suo stile elettronico. Anche se i sintetizzatori sono dominanti, una spruzzata di pianoforte jazz rinsalda e ammaestra il tocco contemporaneo più pop.
"Il jazz-pop incontra la new wave" insomma, come per ammissione dello stesso Jeff Shuck. E infatti la canzone è perfetta per essere ascoltata con le persone amate e la famiglia, magari in sottofondo durante una cena intima, spinge in alto le vibrazioni della serata invogliando la conversazione e (perché no?) anche un ballo.
È questo l'aspetto più sorprendente del pezzo: nonostante racconti la storia di un uomo solo che beve il suo vino e consuma il suo pasto e si ritrova in una conversazione senza fine con quello che dovrebbe essere "il suo amico" (se stesso), rimane una traccia sociale che viene voglia di condividere con le altre persone.
L'arrangiamento caleidoscopico impenna e fa sentire avvolti come da una fitta nebbia amica, mentre lentamente la profondità del testo si fa strada e diventa protagonista. Riflessivo e sentimentale, questo singolo riesce al tempo stesso a rilassare e indurre conversazioni profonde con il proprio Io più nascosto.
Revival e innovazione in questa jazz fusion con una performance vocale dolcemente straziata, il mellifluo ensemble di sintetizzatori e il rilassante sottofondo di ispirazione lo-fi. Insieme calma e carburante, pensiero e rilassamento.