MEAT IN SPACE - Outta My Head

27.09.2023

A volte nella vita si vivono dei momenti dannatamente caotici, dei periodi di confusione mentale in cui abbiamo l'impressione di essere accerchiati dai nostri problemi. E' come se tutto quelle cose che abbiamo ignorato e posticipato si siano date appuntamento nella nostra testa e reclamasse ora urgente attenzione.

Praticamente un sit-in di protesta in cui siamo noi ad essere contestati. Non siamo in grado di gestire questa situazione e tutto quello che vorremmo è uscire da quel pantano urlante che ci attanaglia come una morsa. La nostra mente può diventare il nostro peggior nemico perché è un ospite che non possiamo cacciare via e che continuerà ad assillarci finché non faremo qualcosa di concreto.

La sensazione di stress e frustrazione descritta nell'introduzione di questo articolo è l'argomento di cui parla l'ultimo singolo della one man band Meat In Space. Il pezzo in questione è Outta My Head, un brano che si ispira rumorosamente al rock alternativo dei primissimi anni '90.

Fin dai primi secondi di ascolto siamo investiti da un'ambientazione caotica e dissonante che descrive uno stato mentale di insofferenza e paranoia. Il brano inizia con un ritmo di batteria cadenzato in cui i suoni rimbombano come se provenissero da un capannone abbandonato. La chitarra elettrica introduce un riff che si muove su dei cromatismi andando ad alimentare la tensione emotiva del pezzo.

Le note della chitarra vengono sostituite da dei ricordi che procedono pesantemente assecondando il tempo delle percussioni. Su questa base interviene il cantato che ci appare strascinato e volutamente sguaiato, come il lamento di qualcuno che è costretto a compiere uno sforzo immane contro la sua volontà. 

Dopo un paio di versi arriva il ritornello in cui il ritmo subisce una variazione di stile diventando sostenuto e frenetico. Il brano assume in questa sezione le connotazioni di un pezzo post punk furioso e rabbioso.

Andando avanti con l'ascolto sentiamo riproporre la struttura iniziale che si dispiega nuovamente in tutta la sua violenza sonora. Dopo il secondo ritornello ci viene offerto un solo di chitarra ottimamente strutturato che mantiene inalterata l'atmosfera ronzante del brano mettendo in evidenza un notevole gusto compositivo che si frappone come filtro tra l'ascoltatore ed il caos. Quando torniamo al ritornello la chitarra solista continua la sua narrazione completando con i suoi interventi il sound del pezzo che si trascina dolorante fino alla fine della traccia.

Un pezzo trascinante e coinvolgente che incontrerà il favore degli appassionati di punk e noise!