JUNK - We call it JUNK
In un panorama musicale come quello attuale, in cui ogni prodotto è destinato ad una certa tipologia di ascoltatore, è molto importante che la band o la canzone da promuovere sia etichettabile, in modo da definire con precisione il "consumatore" a cui è destinata. Le case discografiche mainstream sono solitamente poco propense a produrre un disco che non abbia un target specifico, creando così una sorta di specismo musicale basato sulla potenzialità di vendita di un artista rispetto ad un altro.
Ovviamente esistono generi musicali di più largo consumo di altri a prescindere dal talento dei singoli artisti. Va da sé che anche molti musicisti si sentiranno condizionati nel suonare un genere rispetto ad un altro per ottenere un audience più vasta. Per fortuna esistono artisti che se ne fregano del mercato e suonano quello che vogliono in barba alle tendenze dominanti.
Un esempio su tutti è quello costituito dalla band Junk che con il loro ultimo singolo intitolato We Call It Junk, dichiarano la loro indipendenza musicale nei confronti del mercato realizzando un pezzo che celebra l'individualità della creatività. Abbiamo già avuto modo di parlare a più riprese di questa band su queste pagine in cui abbiamo sempre apprezzato l'originalità e l'incredibile tecnica strumentale dei suoi componenti.
Il brano che stiamo analizzando inizia con intro di tastiera e sax che apre la strada ad un ritmo funky in cui ritroviamo il fantastico tocco del basso che domina la ritmica flirtando animatamente con la batteria. Il sax, sempre al top della forma, ci delizia con fraseggi intensi, pieni di gusto ed espressività. Anche in questa traccia l'improvvisazione ricopre un ruolo primario facendo somigliare il brano ad un'infuocata jam-session.
Il brano è ricco di spunti ed intuizioni prese in prestito da vari stili, musica classica, jazz, hip-hop. La voce rappata mette in chiaro l'argomento del brano in modo schietto e diretto. Il pezzo ha un tiro ed un groove davvero invidiabili, in grado di catturare l'attenzione dell'ascoltatore per tutta la sua durata.
Per alcuni critici questo pezzo è pretestuoso, un bluff. Dal nostro punto di vista non possiamo non apprezzare un brano che si identifica musicalmente come semplice espressione del proprio estro e creatività. E' come se il ritornello rispondesse alla domanda, che genere suonate?, con un semplice: noi lo chiamiamo Junk.
La musica si è evoluta e sviluppata grazie alle contaminazioni ed alle sperimentazioni quindi non avrebbe senso ripetere all'infinito la stessa formula ad oltranza, questo i Junk lo hanno capito benissimo!