DEEP CRICKET NIGHT - Song of the Siren Saved
Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che da un giorno all'altro la propria vita sarebbe cambiata in maniera così radicale come nel Marzo del 2020. Le persone hanno dovuto fare i conti con le pesanti restrizioni conseguenti all'emergenza sanitaria e con il divieto di uscire di casa senza un valido motivo. La febbre del chiuso, la monotonia, la paura ed un forte senso di impotenza hanno condizionato per diverso tempo le nostre vite.
Il televisore costantemente acceso sui canali dei notiziari ci aggiornava quotidianamente con tragici bollettini su contagi e decessi da covid esasperando il clima di terrore dilagante in ogni città. Anche se oggi siamo tornati alla normalità nessuno di noi è stato più lo stesso dopo questa orribile esperienza.
La paura e la complessità della vita in tempi di pandemia sono l'argomento intorno a cui ruota l'ultimo album dei Deep Cricket Night intitolato Song Of The Siren Saved. In questa affascinante raccolta di dieci brani la band di Chicago dipinge un realistico affresco delle emozioni ed i sentimenti che abbiamo provato durante quel difficile periodo che ha stravolto la nostra normalità.
Il sound della band è uno squisito mix di stili e generi che vanno dal rock progressive anni '60/'70 alla new wave anni '80 che si fondono insieme per creare un originale composto sonoro.
Il brano che apre l'album è Downpour, Same che ci immerge in un'atmosfera fluttuante di disgregazione emotiva che enfatizza la monotonia della reclusione forzata in cui non esistono certezze che ci consolano. Le melodia della voce sembrano rimbalzare sui muri di casa diventati la nostra cella.
Red Runs Through The White Lodge mantiene alta la sensazione di claustrofobia attraverso ritmiche ossessive e un cantato che trasuda panico e disperazione.
Stellar Jay è un episodio musicale più rarefatto che si ispira alla psichedelia del rock anni '60. Riverberi e delay istillano nell'ascoltatore un senso di malinconica contemplazione di perdita.
Rachel si apre con uno struggente tema di pianoforte che sfocia in un brano movimentato che ci ricorda lo stile narrativo dei Jethro Tull.
C'è un atmosfera cupa e riflessiva che serpeggia tra le tracce e che emerge in modo chiaro in Where I Call Home in cui quel senso di straniamento si concretizza con suoni grossi e rimbombanti che disorientano l'ascoltatore.
Sometimes When She Sings ci colpisce con un riff dissonante e ossessivo che sembra avvolgersi intorno a noi con una pressione crescente che toglie il fiato.
When You Disappear è caratterizzata da un ritmo frenetico di chiara ispirazione new wave su cui la voce si esprime su toni vibranti e disperati che creano una palpabile tensione emotiva.
Dead Calm è un episodio sognante che si ispira a quel consolante luogo nella nostra mente in cui annegare i nostri sentimenti nel mare amaro della nostalgia.
56 Witch è un brano che parla di una strega inquietante che rappresenta i sentimenti di angoscia e paura che ci paralizzano.
L'ultimo brano è Skulls Reach, un pezzo che si ispira all'elettro-pop, ma con una spiccata attitudine progressive. Il pezzo ha un sound originale e dinamico che integra suggestioni anni '60 a ritmiche fredde e serrate anni '80, davvero intrigante. Il brano include una ghost song che inizia poco dopo la conclusione di Skulls Reach. Il pezzo nascosto si chiama Siren Saved e si tratta di una ballad stralunata e ipnotica che si sviluppa su un'ostinato di pianoforte che sostiene il cantato e le fantasiose divagazioni melodiche della chitarra.
Un album strepitoso in grado di coinvolgere su diversi livelli emotivi, consigliatissimo.