ALEC BERLIN - Life In The Bog
Proviamo ad immaginare di essere in macchina e di sbagliare strada, ritrovandoci in un'area sconosciuta dove non si vede nulla, se non una distesa paludosa dove si rischia di restare bloccarti nel fango.
La prima cosa che ci viene in mente è quella di cercare un modo per venirne fuori, soprattutto se la giornata volge al termine e non ci sono punti di riferimento per rientrare sulla strada che avevamo percorso ma che ci ha condotti proprio li.
La paura di restare bloccati in un pantano è comune tanta che anche alcuni sogni d'angoscia spesso ricreano immagini offuscate, torbide come quell'acqua che pur non essendo profonda, è sicuramente insidiosa e pericolosa.
Una buona reazione emotiva sarebbe quella di affrontare la paura, superando l'ostacolo attraverso un supporto e mettersi al sicuro.
L'idea che nasce al pensiero di tale circostanza, crea immagini cupe nella nostra mente che se tradotte in musica sarebbero come un brano a tinte dark suonato in un club notturno fumante.
Alec Berlin, con il suo ultimo Album LIFE IN THE BOG, sperimenta appunto la duplicità delle immagini sopra descritte, attraverso la sua grande musica e 6 tracce in un lavoro strumentale, privo di voce e intriso del suo genio artistico.
Alec Berlin è un musicista completo, polistrumentista e con 25 anni di esperienza sulla scena musicale internazionale, come chitarrista di supporto per artisti di fama mondiale come Elton John e tanti altri ancora.
Esperto conoscitore della musica rock, con una laurea in Jazz Performances al conservatorio di Boston e una lunga carriera da compositore, scrittore e musicista nel grande spettacolo della produzione artistica statunitense dello scorso secolo.
Con l'uscita del celebre Album "American Idiot" pubblicato dai Green Day nel 2004 e che ne ha segnato per sempre la Storia, Alec Berlin viene scelto come chitarrista per il lungo tour musicale che lo ha accompagnato.
Pertanto, è difficile scrivere della sua musica, perfetta nella composizione e impeccabile nella riproduzione strumentale ma, è necessario in quanto sono ancora tantissimi i pezzi inediti che l'artista ha realizzato e raccolto nei suoi progetti da solista.
LIFE IN THE BOG, infatti, è una delle raccolte di alcuni brani strumentali dove Alec Berlin presenta tutta la sua maestria nell'alternare generi musicali diversi, dal rock al punk in una fusione di Jazz con produzione indipendente e funzionale all'idea di rinascita della sua musica, protagonista assoluta dei pezzi.
Fin dalla prima traccia che porta il nome dell'album, Alec Berlin ci propone un vero e proprio viaggio introspettivo attraverso tempi e ritmi che fin dal primo minuto si presentano efficaci, altamente tecnici senza voce e classicismi, cantati dalla sua chitarra con lunghi assoli intervallati da parti minimali.
L'obiettivo dell'album è mostrare una nuova strada per esplorare il suono, infatti la sua sola chitarra riesce quasi a realizzare le parole dei testi che trovano quel senso di continuità che l'artista ha voluto concedere a chi lo ascolta.
"What I wish I had said", seconda traccia di LIFE IN THE BOG nasce profonda dalla linea del basso che accompagna la chitarra in un brano che si distingue dal primo, in quanto, presenta una melodia più rilassata rispetto alla prima traccia che invece sembra discordare con le altre.
Accattivante e suggestiva la terza "Iota (Not One)", con ancora un'apertura in chiave di basso e batteria che si espande attraverso il suono della chitarra fino a raggiungere la fine del brano con una lunga e profonda distorsione delle corde, giocando benissimo con la pedaliera.
Il viaggio musicale continua con le ultime tre tracce "President's Day, Flatbush Jaywalk e Roygbiv", ancora al suono distorto di chitarra e lungo un viaggio di assoli , linee di basso acute, rullate e piatti squillanti che accompagnano l'ascoltatore verso la fine di questo viaggio fatto di suoni ma, che finalmente creano un'atmosfera più luminosa e positiva rispetto alla partenza.
Esse mostrano chiaramente il senso di LIFE IN THE BOG ovvero, la possibilità di rinascere e riscoprire qualcosa, raccogliendo il bagaglio del passato e svuotando la valigia per inserire tante nuove esperienze.
"Voglio raccogliere canzoni per come le vedo io, da quando ho sognato la prima e al risveglio ho scritto note e musica con la percezione del suono in quel momento stesso di stesura"
La magia che nasce dalla musica di Alec Berlin riesce a trasformare in realtà l'illusione, creando un sogno che si apre a un lungo viaggio fatto di percorsi di sonorità pura, per quanto distorta perché nulla è definitivo ma è possibile riemergere anche dal fango altrimenti non esisterebbe la musica.